Donne e giovani: così nacque “la seconda Era” del Freight Leaders Council. Il racconto del Past President Roberta Gili

“Quando Pinna si fece da parte lasciò il testimone a una donna, Roberta Gili, imprenditrice del settore. Una mossa non scontata allora, quando le figure femminili ai vertici delle società erano ancora meno di oggi”. Concludeva così la ricostruzione dei primi trent’anni di vita del Freight Leaders Council Marco Spinedi, Presidente dell’Interporto di Bologna, intervistato sulle origini dell’Associazione e sulle ragioni che spinsero il fondatore, Giuseppe Pinna, a riunire i principali stakeholder del settore con l’ambizione di gettare le basi di una logistica sostenibile e intermodale.

Non potevamo dunque che continuare questo viaggio a ritroso nella storia del FLC attraverso il racconto di colei che fu la prima – e tuttora l’unica – Presidente donna del Freight Leaders Council. Roberta Gili, titolare della Italia Cargo, ha preso le redini dell’Associazione in un momento particolarmente delicato per il FLC: “Dopo molti anni di attività – ci racconta la Past President Gili – l’Associazione iniziava ad avvertire il peso degli anni e nel 2006 alcuni soci proposero di interrompere le attività. Sarebbe però stato assolutamente un peccato perdere l’eredità del Freight Leaders Council e molti soci, tra cui Giuseppe Pinna, si opposero fermamente. Fu così che iniziò una delicata fase di transizione e in quell’occasione Pinna propose il mio nome come Presidente. La nomina per me rappresentò una grande sfida: all’epoca ero la prima donna al vertice di un’associazione di logistica in Italia. Noi donne dobbiamo sempre dimostrare il doppio rispetto agli uomini e quella fu per me l’occasione per incanalare tutte le energie e dare il meglio, tanto che fui la prima ad essere riconfermata per un secondo mandato a dimostrazione che la professionalità è sempre vincente, indipendentemente dal genere”.

Da Club a Council, una scelta nell’ottica dell’imparzialità

Iniziò così la “seconda Era” dell’Associazione, che vide cambiare anche il suo nome da Freight Leaders Club all’attuale Freight Leaders Council: “Quando il FLC nacque, nel 1991, radunava tutte le più importanti realtà italiane del settore con l’obiettivo di far colloquiare la committenza con i gestori delle infrastrutture. Per questo motivo si scelse la dicitura Club, espressione dell’esclusività e del lustro dell’Associazione. Negli anni, però, la parola assunse una connotazione diversa, più politica. Il FLC è sempre stato apartitico e dunque, per rimanere equidistanti da posizioni politiche, si decise di sostituire la dicitura. L’obiettivo era e doveva rimanere quello di creare collaborazioni e sinergie tra le grandi realtà, tanto che il payoff era “FLC: il punto di incontro sulla strada delle soluzioni”.

Il FLC incontra la cultura

Il cambio di nome, però, non fu l’unica novità: “C’era bisogno di un nuovo slancio e così decisi di abbinare alle consuete attività istituzionali anche iniziative di maggior interesse. Partii da quelli che erano i fondamentali dell’associazione, trasversalità, competenza tecnica e Quaderni, per aggiungere attività che tenessero contro anche dell’aspetto culturale e artistico. Fu così che nacque “LOGISTICA E(‘) BENESSERE”, la plenaria di Abano Terme in cui abbinammo al convegno la visita alla splendida Cappella degli Scrovegni e la Cena di Gala. Seguirono plenarie in diverse città d’Italia, tra cui Firenze, Bologna e poi Venezia, di cui ricordo un aneddoto particolare. Entrammo nel magnifico Hotel Metropole, dove si teneva la cena. Uno dei presenti mi si avvicinò e mi chiese chi fosse il Presidente. Ricordo ancora con divertimento l’espressione con cui mi guardò quando gli risposi che ero io. In effetti, all’epoca ero l’unica donna, tanto che sui moduli di adesione alle assemblee era richiesto di indicare se i soci avrebbero portato anche le mogli e così feci cambiare il termine in “partner”, più neutrale”.

Giovani e sostenibilità al centro del successo del FLC

“All’epoca della transizione, quando venni eletta Presidente, prendemmo un’altra importante decisione: istituire un Comitato di Gestione composto da soli giovani, figure di vertice nelle aziende associate, con lo scopo di dare un impulso diverso all’Associazione e rilanciarla. Ci riuscimmo. Come FLC fummo i primi a focalizzare l’attenzione su una tematica oggi più rilevante che mai, la sostenibilità ambientale, organizzando convegni in cui si parlava già di energie alternative. Inoltre, siamo stati i primi a portare in Italia il progetto Lean and Green, che nel 2012 ci è valso il premio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con l’adesione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come miglior progetto per il settore trasporti e logistica. I Quaderni elaborati negli anni dal FLC sono stati oggetto di interpellanze parlamentari e studi universitari, sono stati citati anche nei rapporti Bankitalia e la loro produzione non si è mai arrestata, continuando a fornire una visione trasversale con l’obiettivo di efficientare il sistema logistico italiano”.

Un obiettivo che il FLC non ha mai smesso di perseguire e che continua essere vincente ancora oggi, a distanza di molti anni.

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