Home delivery, il Covid sburocratizza la consegna. Ora urge una norma

La diffusione di procedure capaci di tutelare la salute di consumatori e driver deve essere sostenuta legalmente

 

Dalla banchina dei porti fino alla nostra porta di casa, gli operatori logistici sono chiamati a fare del loro meglio per garantire un servizio coerente con le esigenze sanitarie imposte dalla pandemia del Covid-19. La parola d’ordine, come in tutti gli altri ambiti sociali e produttivi, è distanziamento sociale.

Nell’ultimo miglio, la necessità di limitare l’interazione umana è stata la leva per sperimentare la cosiddetta POD (prova della consegna) senza contatto fra le parti. Le consegne a domicilio svolte nelle ultime settimane hanno seguito un nuovo standard in cui i clienti non interagiscono più fisicamente con i driver. Solo prodotti fondamentali come gli alimenti e i medicinali continuano a prevedere una forma di interazione, mentre tutte le altre merci vengono consegnate al civico o al massimo all’interno dell’androne dei nostri palazzi. Questo significa, contrariamente a quello che eravamo abituati a vedere finora, che non avviene più nessuna stretta di mano né lo scambio di documenti o firme davanti alla porta delle nostre abitazioni.

Questa nuova modalità di consegna è senza dubbio uno standard che nell’ultimo miglio continuerà a prevalere anche dopo l’auspicato superamento della pandemia di Covid-19, perché rappresenta una precauzione in grado di proteggere sia i lavoratori sia i consumatori lungo tutta la supply chain.

Una tale modalità di consegna prevede però che ci sia la possibilità di rendere valido, dal punto di vista legale, il processo di POD senza contatto diretto. Questo unirebbe le esigenze dei vettori con la garanzia per i clienti che tutto il processo avvenga in piena sicurezza dal punto di vista sanitario, fattore che continuerà a restare una priorità assoluta per la maggior parte dei consumatori anche dopo l’auspicato superamento della pandemia

Il Freight Leaders Council ritiene che la migrazione della filiera dell’ultimo miglio verso una modalità di POD senza contatto possa essere un processo irreversibile a patto che si modifichino, appunto, le procedure dal punto di vista legale.

In questa direzione si muove anche l’Agcom, che ha istituito un procedimento istruttorio relativo a misure per incentivare l’utilizzo degli armadietti automatici per la consegna e la raccolta dei pacchi. Con la sua iniziativa, l’Autorità intende sostenere l’utilizzo dei locker da parte degli acquirenti online tramite l’installazione di armadietti nei condomini o presso gli edifici che ospitano uffici (c.d. “parcel boxes”). Lo scopo è fare in modo che la consegna rimanga più prossima al consumatore, aumentando la copertura delle reti di lockers e semplificando l’iter amministrativo previsto (autorizzazioni, permessi, etc.). Per questo l’Autorità propone di individuare criteri per il dimensionamento ideale delle reti, in termini di copertura e capillarità, con modalità di condivisione ed interoperabilità tra gli operatori e la diffusione di reti multi-operatore.

Come avviene troppo spesso, il legislatore fatica a seguire gli sviluppi della tecnologia limitando di fatto le opzioni dei vettori e le opportunità per i consumatori di fruire di nuovi servizi. Oggi più che mai è tuttavia necessario coniugare la crescita dei servizi di home delivery con la necessità di tutelare clienti e imprese, garantendo il distanziamento sociale. Per favorire tutto ciò serve mettere mano ai regolamenti del settore facendosi guidare da due principi oggi non più derogabili: digitale e sicurezza.

  

Massimo Marciani
Presidente del Freight Leaders Council 


Photo by Maarten van den Heuvel on Unsplash

 

 

 

 

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