Covid-19, nei Paesi Bassi la logistica dà prova di resilienza

L’economia olandese è una delle più dinamiche nel panorama europeo grazie, anche, alla posizione strategica e al ruolo centrale nel commercio globale. Si tratta del così detto “effetto Rotterdam”: nonostante il valore aggiunto delle esportazioni sia molto basso, il loro volume ha un forte impatto sull’intero commercio estero che, nel 2018, rappresentava il 161% del PIL dei Paesi Bassi. Il Porto di Rotterdam è infatti a tutti gli effetti la “porta” del commercio europeo, terzo al mondo per quantità di merci scambiate e primo in Europa.

Proprio per questo motivo, la logistica è uno dei settori di punta dell’economia del Paese, con un valore aggiunto di 55 miliardi di euro e servizi di elevata qualità che forniscono il 3,7% dell’intero commercio mondiale.

Il virus c’è, ma ci sono anche le misure a sostegno dell’economia

Dall’inizio della crisi i Paesi Bassi non hanno mai raggiunto picchi di contagio elevati come in Italia o come negli altri Paesi sin qui analizzati (Spagna, Francia e Germania) e, ad oggi, i casi totali raggiungono quota 613mila, con un picco massimo di oltre 11mila casi raggiunti alla fine dello scorso mese di ottobre. La zona più colpita dalla pandemia è l’Olanda Meridionale, con un totale di 167mila casi al momento della pubblicazione di questo articolo.

Forte di un’economia piuttosto salda e di dati relativi al virus più contenuti, il Governo olandese nei primi mesi di diffusione della pandemia si è dimostrato tra i più riluttanti a concedere finanziamenti agli altri Paesi europei messi in difficoltà dal Covid-19, salvo poi trovare l’accordo sfociato negli aiuti del Recovery Fund.

Il Governo de L’Aia, dal canto suo, si è attivato immediatamente per contenere i danni e il 17 marzo scorso ha varato un pacchetto di 10-20 miliardi di euro di aiuti a sostegno dei lavoratori autonomi e delle imprese, compresi, dunque, quelli della logistica. Tra le principali forme di aiuto prese, inoltre, vi è il così detto NOW (Tijdelijke Noodmaatregel Overbrugging voor Werkbehoud): una misura d’emergenza temporanea per la preservazione del lavoro che permette alle aziende di ricevere aiuti finanziari per continuare a pagare gli stipendi dei dipendenti.

L’elenco di tutte le iniziative prese dal Governo olandese è disponibile qui.

Nei mesi più duri della pandemia il Governo ha inoltre optato per uno “smart lockdown” con bar e scuole chiusi, ma negozi e aziende aperti, anche se con l’invito a optare per l’home working dove e quando possibile. Vietati inoltre gli assembramenti ed introdotto l’obbligo della distanza di sicurezza. Gli spostamenti non sono stati vietati all’interno del Paese, sia per quanto riguarda le merci che le persone, con l’obbligo, però, di rispettare tutte le misure di sicurezza per prevenire la diffusione del contagio.

L’impatto della pandemia sulla logistica

Nonostante nei Paesi Bassi il settore non risenta di particolari criticità e, anzi sia molto proficuo, anche qui la pandemia e il boom del commercio online hanno posto la logistica di fronte ad una sfida senza precedenti. Lo stress dovuto all’aumento dei volumi di merci trasportate, soprattutto per via dello shopping online in constante crescita, ha colpito anche i Paesi Bassi che non si sono però fatti trovare impreparati. La catena logistica ha continuato a lavorare incessantemente con porti, autostrade e aeroporti operativi a pieno regime per garantire l’approvvigionamento del Paese e del resto dell’Europa, dal momento che molti dei beni poi diretti negli altri Paesi passano proprio dal porto di Rotterdam o da quello di Amsterdam (quarto in tutta Europa). Anche gli aeroporti olandesi hanno continuato a lavorare a pieno ritmo, tanto che secondo il Nieuwslad Transport, sia lo scalo di Schiphol che quello di Maastricht Aachen hanno registrato un aumento dei movimenti.

Conseguentemente, sono state adottare ulteriori misure per comunicare la quantità di traffico sulle strade, come per esempio la mappa interattiva per monitorare i tempi di attraversamento delle frontiere, garantendo così tempi di consegna rapidi e maggiore sicurezza per i conducenti.

Le sfide per il futuro

Non è però tutto oro quel che luccica e anche i Paesi Bassi non sono immuni a certe problematiche diffuse nel settore: il personale qualificato scarseggia e molte piccole e medie imprese arrancano in fatto di innovazione. Così come per tutti gli altri Paesi dell’Unione europea che devono rispettare il programma del Green Deal, anche l’Olanda dovrà ridurre le proprie emissioni di CO2 entro il 2050 e il settore dei trasporti è coinvolto in prima persona. Una sfida cui nemmeno l’invidiabile organizzazione logistica olandese è immune.

 

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