Cargo Crime e valutazione di conformità del trasporto: intervento Marciani, presidente FLC, al webinar TAPA EMEA

Le catene di approvvigionamento in Italia sono regolarmente prese di mira dai criminali del carico, ma dove avvengono più frequentemente gli attacchi? Qual è il modus operandi? Quali prodotti vengono rubati più frequentemente? E come ridurre il rischio per le operazioni di supply chain in Italia?

Questo il focus del webinar organizzato da Transported Asset Protection Association EMEA sul tema “Cargo crime HOTSPOT” tenutosi lo scorso 30 marzo e cui ha preso parte anche Massimo Marciani, presidente FLC.

L’intervento di Marciani si è concentrato in particolar modo sulla valutazione di conformità del trasporto, esaminando i modi con i quali i provider di servizi logistici possono condurre un’efficace attività di Risk Assessment utilizzando allo scopo il Transport Compliance Rating (TCR): “La logistica è un servizio per l’industria, è un valore, non un costo” ha spiegato Marciani in apertura del suo speech. “Nel momento in cui all’interno delle aziende di produzione, cioè la committenza – ha proseguito Marciani – la scelta del fornitore logistico viene lasciata al Direttore Finanziario che ragiona unicamente sul prezzo più basso da pagare al chilometro, questo va in contrasto con lo sviluppo delle aziende in termini ESG. La logistica è oggi una leva di marketing fondamentale per l’acquisizione di clienti, lo si vede soprattutto in ambito eCommerce. La percezione che la logistica possa essere un servizio assoggettato alle esigenze del singolo è dunque una distorsione che oggi dobbiamo fronteggiare. In tal senso, il primo sforzo da compiere è quello di attuare un processo di crescita insieme alle aziende committenti e ai fornitori logistici portando una svolta etica nel settore della logistica. Obiettivo che l’Osservatorio Transport Compliance Rating si è posto e sta portando avanti. Ciò significa che le aziende ESG, che hanno cioè interesse nei confronti dell’ambiente, del sociale e dei modelli di governance con cui sono gestite le proprie attività, ottengano un riconoscimento a due livelli. Il primo livello è quello del “must-do”, cioè ciò che dovrebbe essere fatto per legge e sul quale sono necessari controlli da parte delle Istituzioni per garantire il rispetto della normativa. Il secondo step, invece, è una scelta libera delle aziende che scelgono di fare un ulteriore passo per rappresentassi in un modo più trasparente, come parte di un ecosistema, nei confronti di chi affida la merce e chi la riceve. In questo caso, l’indicatore è il TCR, cioè uno strumento dinamico i cui KPI sono costantemente aggiornati in base all’evoluzione del settore e della normativa. Si tratta a tutti gli effetti di sistema di “autovalutazione” per stabilire il livello della propria azienda rispetto a determinate aree di rischio e a degli indicatori specifici. L’obiettivo finale è dunque quello di far sì che la scelta di un fornitore di servizi logistici avvenga non solo sulla base del prezzo, ma anche in base alla qualità del servizio offerto. In altre parole, si tratta di coinvolgere nella scelta del servizio anche i responsabili supply chain, i responsabili sostenibilità e i responsabili marketing. In questo modo, non solo si assicura la business continuity, ma si aiutano anche i fornitori di servizi logistici a crescere e strutturarsi, garantendo così la resilienza del servizio e dell’intero sistema”.

La registrazione integrale dell’intervento di Massimo Marciani è disponibile qui.

 

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