Brennero, allarme per la logistica italiana. In un studio di Unioncamere l’impatto dei divieti

Dal 1° agosto i mezzi pesanti che attraversano il Brennero dovranno tenere conto di alcuni limiti di circolazione imposti dall’Austria per regolare il traffico lungo il traforo, regole che potrebbero avere un impatto rilevante sulle esportazioni italiane, considerando l’importanza della rotta alpina per la logistica nazionale. Secondo un recente studio Unioncamere, l’interscambio commerciale tra l’Italia e i paesi del corridoio scandivano-mediterraneo, di cui l’asse del Brennero è un segmento fondamentale, supera i 200miliardi di euro l’anno, cui corrispondono 80.744 mila tonnellate di merci e il 5,8% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato. Queste merci, nel 93% dei casi, vengono trasportate su strada, passando, appunto, per il valico alpino.

 

La questione è nota da tempo, da quando ad ottobre 2018 l’assemblea del Land Tirolo ha varato il divieto di circolazione dei tir euro 4 (gli euro 5 seguiranno nel 2021), l’inclusione dei tir euro 6 nel “divieto settoriale” (che già riguarda specifici prodotti) e l’anticipo del divieto al sabato mattina nei fine settimana di gennaio e febbraio, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento nella zona alpina. Sul caso si è attivata anche la Commissione europea, promuovendo un confronto tra l’Austria e i paesi penalizzati dalle norme varate unilateralmente dal governo tirolese, Italia e Germania. Un primo risultato sembra essere lo slittamento dei “divieti settoriali” al 1° gennaio 2020. Ma la questione è tutt’altro che risolta.

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Per il nostro paese l’attraversamento dell’arco alpino rappresenta l’unica via su gomma per raggiungere i mercati esteri di riferimento. Secondo Unioncamere, più del 70% dei flussi import/export tra l’Italia e il resto dei paesi europei attraversa le Alpi. E l’84% dell’interscambio tra l’Italia e l’Ue28 è trasportato con tir su strada. Nel 2017 le tonnellate complessive che hanno attraversato l’arco alpino sono state più di 216 milioni. Oltre 2/3 hanno viaggiato utilizzando la modalità stradale. Il Brennero è il valico maggiormente utilizzato, con oltre 49 milioni di tonnellate transitate (+5,38% rispetto al 2016, corrispondenti a 2,5 milioni di tonnellate).

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Uno dei problemi principali che pone questo blocco parziale del traffico è la mancanza di percorsi alternativi. La bassa qualità della rete ferroviaria esistente lungo il Brennero, caratterizzata da forti pendenze e da standard tecnologici non adeguati, rende il trasporto ferroviario costoso e poco attraente, in particolare per i prodotti a basso valore aggiunto. Il valico attualmente in costruzione che permetterà il transito via ferro delle merci in modo efficiente sarà attivo solo tra 10 anni. Fino ad allora, gli operatori logistici chiedono di poter scegliere le modalità di trasporto migliori senza alcun vincolo unilaterale. La tematica della sostenibilità ambientale legata alle emissioni dei veicoli commerciali è assolutamente condivisibile ma non può essere imposta unilateralmente da uno stato membro senza tenere conto dei tempi e degli investimenti necessari al rinnovo del parco veicolare dei Paesi che dipendono da queste infrastrutture strategiche per lo sviluppo della loro economia.

 

 

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