Autotrasporto e digitalizzazione, il piccolo passo necessario verso l’e-CMR

L’IRU, International Road Transport Union, ha appena diffuso il suo report mensile. Mentre si plaude all’incremento del numero di Stati aderenti all’accordo TIR, cioè all’accordo che permette il transito di merci con il carnet di documenti standardizzati per il trasporto delle merci attraverso i vari paesi aderenti, dando il benvenuto a Iran e Azerbaijan, si parla dell’accordo per e-CMR, ovvero la dematerializzazione del documento chiave di accompagnamento delle merci.

Il CMR, prodotto dallaConvention des Marchandises par Route, firmata a Ginevra il 19 maggio 1956, è il documento principale che accompagna le merci nel trasporto stradale. L’Italia ha aderito al CMR per i trasporti internazionali in uscita ed entrata. Si tratta di un formato standard a campi numerati, indipendente quindi dalla lingua in cui è scritto e valido in tutti i paesi Europei e molti altri. Diciassette stati hanno già dematerializzato il documento, aderendo alla versione e-CMR. Sono Bulgaria, Repubblica Ceca Danimarca, Estonia, Francia, Iran, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Moldova, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Turchia.

Chi si occupa di trasporti nazionali guarda sempre con invidia il CMR dei mezzi in arrivo dall’estero, mentre deve seguire per i trasporti domestici la più prescrittiva regolamentazione del DDT, il f Documento Di Trasporto, volgarmente chiamato “bolla”. Il legislatore italiano, afflitto dalle varie forme di evasione, ha spesso pensato di aggiungere obblighi tipografici. È nato il DDT che deve descrivere le merci nelle quantità, nelle forme e nell’aspetto. Il numero di questo documento viene registrato dal momento dell’acquisto dei bollettari prodotti da tipografie autorizzate o della creazione informatica, per essere diligentemente riportato nelle fatture relative alla vendita dei beni trasportati. Tutta una serie di obblighi che aggrava i costi di stampa, di gestione, di produzione, di software, di archiviazione, senza essere una reale e sostanziale barriera contro le evasioni.

Chi scrive crede che i costi sostenuti abbiano di gran lunga superato il valore delle evasioni conseguite e che l’unico obiettivo conseguito con il DDT sia stato quello di rendere inutilmente complesso il trasporto delle merci su strada. Chi può, vada a vedere il borderò che accompagna un autotreno che sta trasportando merci in collettame di vari mittenti a vari destinatari. Si tratta spesso di una valigia di carte che devono essere attentamente custodite ed aggiornate: in caso di un cambio di vettore deve essere annotato sui vari DDT con firme su firme, ovviamente tutte illeggibili ed anch’esse inutili. Chi ha  familiarità con i verbali di cause giudiziarie legate a trasporti di collettame sa che spessissimo compare la dicitura ”firma illeggibile”.

Cosa bisogna attendere perché venga fatta una legge semplicissima per eliminare il DDT e le norme collegate?

Tutti i complicati progetti per la dematerializzazione dei documenti di accompagno verrebbero vantaggiosamente sostituiti dall’adesione alla versione e-CMR dell’accordo CMR.

Sarebbe incredibilmente semplice. Anche la legge istitutiva sarebbe brevissima:

Art. 1 – il DDT e la relativa legislazione sono abrogati e l’unico documento di trasporto da utilizzare obbligatoriamente è il CMR sia per i trasporti nazionali che internazionali. Il CMR è il documento descritto nella convenzione internazionale cui aderisce l’Italia e che ne fissa le caratteristiche.

Art. 2 – L’Italia aderisce a e-CMR e quindi il documento è dematerializzabile secondo la regolamentazione e-CMR

Art. 3 – È eliminato l’obbligo di indicare in fattura il numero del o dei DDT utilizzati per il trasporto della merce fatturata.

Art. 4 – Le aziende che utilizzano il DDT hanno sei mesi per adeguarsi alla nuova normativa sul CMR e e-CMR.

Art. 5 – Decorsi 6 mesi dall’entrata in vigore di questa legge, i destinatari delle merci ed i trasportatori non possono rifiutare l’e-CMR sia per i trasporti nazionali che internazionali

Si riuscirà mai a vedere questo cambiamento in Italia?

 

Antonio Malvestio
Past President del Freight Leaders Council

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