La Blockchain entra nella logistica, ma alle imprese serve più coraggio

La Blockchain inizia a farsi largo tra le imprese che vogliono innovarsi. Anche la logistica ne ha colto le potenzialità e su 158 progetti implementativi registrati in tutto il mondo nel 2019, 11 riguardano proprio questo settore. I numeri li ha forniti l’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, che a gennaio ha presentato il suo ultimo rapporto. La maggior parte dei progetti si concentrano nel settore finanziario (67), ci sono poi le Pubbliche Amministrazioni (25) e infine l’agro-alimentare (15). In particolare, l’implementazione della Blockchain riguarda i pagamenti (44), la gestione documentale (42) e la supply chain (31). Allargando lo sguardo sui progetti annunciati nel mondo, e non solo quelli già sviluppati, si contano 488 progetti Blockchain e Distributed Ledger, un dato in crescita del 56% rispetto al 2018.

Nella classifica dei paesi europei più attivi, l’Italia è ben posizionata. Con 16 progetti il paese è infatti al secondo posto, preceduto solamente dal Regno Unito (17). Numeri ancora contenuti, soprattutto se paragonati a quelli di Stati Uniti (53), Corea del Sud (31) e Cina (29), ma che dimostrano un dinamismo delle imprese da monitorare e incoraggiare. Gli investimenti italiani hanno raggiunto 30 milioni di euro, in crescita del 100% rispetto al 2018 e, anche in questo caso, il settore finanziario e delle assicurazioni è quello più vivace, in cui si concentra oltre il 40% della spesa. Dai risultati del rapporto emerge inoltre che anche la supply chain e la tracciabilità di prodotto sono due ambiti molto attivi, in particolare nell’agro-alimentare, che sommando i vari settori in cui è applicato vale il 30% degli investimenti.

L’Osservatorio sottolinea che le imprese italiane sono ancora lontane da una piena consapevolezza. “Solo il 37% delle grandi aziende e il 20% delle PMI conoscono le possibili applicazioni di Blockchain e Distributed Ledger – spiega un comunicato stampa – appena il 12% delle grandi e il 3% delle medio-piccole pensano che impatteranno sul proprio business nei prossimi cinque anni. E nelle applicazioni concrete siamo all’inizio: meno del 2% delle grandi aziende e dell’1% delle piccole-medie ad oggi ha già avviato dei progetti”.

Come rileva l’indagine dell’Osservatorio, il basso numero di progetti operativi in Italia non è da imputare solamente a una mancanza di fiducia nelle tecnologie, ma anche alle scarse conoscenze, competenze e limitate risorse allocate per la gestione di progetti che richiedono alta complessità. Su 75 grandi aziende italiane con qualche esperienza su queste tecnologie, il 52% ha sviluppato una visione strategica, conosce la tecnologia e ne comprende la portata rivoluzionaria, ma solo il 9% ha già definito persone e risorse economiche. Il 45% ha attivato sperimentazioni o progetti operativi, mentre il 55% non ha ancora realizzato nulla: le principali barriere all’adozione riscontrate da chi non ha implementato progetti sono le difficoltà a individuare i benefici, sviluppare delle competenze e allocare risorse.

Chi invece ha già avviato un progetto non ha dubbi sui benefici percepiti e sulle potenzialità. Il 35% delle imprese con progetti attivi pensa che grazie alla Blockchain sia migliorato il rapporto tra partner e fornitori per condividere informazioni, il 29% apprezza la riduzione delle frodi e la manipolazione dei dati e il 29% dice di avere riscontrato benefici nella riconciliazione di dati e pagamenti. Poi vengono la maggiore fiducia verso partner e fornitori (26%), una maggior fiducia da parte dei clienti (26%) e l’automatizzazione dei processi (26%).

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